6 giorni sul “Cammino della Linea Gotica” (di Marco Pinti)

1024 768 Doriano Pela

Forse la vera chiave di ogni guerra non sta tanto nel prevalere di questa o quella parte in lotta, quanto nell’eterna necessità degli Stati di schiacciare i singoli individui. Con lo sfruttamento in tempo di pace oppure con la riduzione dell’uomo a soldato in tempo di guerra, tutti i regimi (democrazie comprese) lavorano più o meno consapevolmente per annichilire e comprimere le personalità dei loro cittadini. Altrimenti chi, sano di mente, abbandonerebbe il suo frutteto in Baviera o i campi del Kansas per venire a farsi ammazzare al Passo della Futa?

Questo mi hanno sussurrato i sentieri lungo il “cammino” della Linea Gotica.

Vista così, senza amici e nemici, senza tifoserie fuori tempo massimo, il camminatore di questi luoghi oggi può sperare di rappresentare qualcosa di più di un turista o di un atleta. E’ il riscatto silenzioso dell’individuo unico, irriducibile ad ogni intruppamento. E’ il punto di sutura, a distanza di quasi un secolo, delle ferite della Storia.

ALCUNE NOTE

  • Da Montebono al Rifugio Santi il sentiero sullo Specchione mi è sembrato per camminatori abbastanza esperti; suggerirei di aggiungere la variante di Renaio: sebbene più lunga è meno impegnativa.
  • Al Parco della Torricella l’erba alta impedisce di vedere alcunché: occorre farlo presente al Comune o a chi si prende cura del sito.
  • Dopo il Parco della Torricella, per arrivare alla Futa, il sentiero CAI 00 non mi è parso in buone condizioni; soprattutto nell’ultimo tratto (quello che più si inerpica).